Nella seconda metà del XIII secolo gli abitanti della cala di Liburna, già depositari di una secolare tradizione religiosa, si aggregarono in una fraternita devozionale per curare le pratiche inerenti al culto eucaristico e giuliano. Nei primi anni del XIV secolo questa associazione di laici si costituì ufficialmente in Confraternita, sotto il titolo del “Corpo del Signore”. I confratelli devoti di S. Giulia scelsero questa giovane martire come loro protettrice e la elessero Patrona, aggiungendo il suo nome nel titolo della Confraternita.
Nel XVI secolo il titolo della Confraternita divenne “SS. Sacramento e S. Giulia”.
Non potendo essere precisato l’anno in cui furono deliberate tali decisioni, la fondazione della Confraternita, seguendo la tradizione, è stata fissata convenzionalmente al 1300, come si legge ancora oggi in un’antica piccola lapide murata di lato alla porta d’ingresso dei locali del Sodalizio.
Nel 1809 papa Pio VII innalzò la Confraternita all’onore e al grado di Arciconfraternita.
Tra i privilegi che alla stessa Arciconfraternita sono riconosciuti ab immemorabili, ricordiamo quello in virtù del quale la sua rappresentanza ecclesiastica e laica ha la precedenza, fra tutte le altre Istituzioni cattoliche livornesi, a partecipare, a fianco dell’Autorità Ecclesiastica, alle cerimonie liturgiche nelle quali viene tributata l’Adorazione Solenne e reso pubblico e massimo onore al SS. Sacramento dell’Eucarestia.
L’Arciconfraternita ha inoltre il privilegio della rappresentanza storica ed ininterrotta della città di Livorno nell’adempimento del voto civico del 1564 (seconda domenica dopo Pasqua) per l’avvenuta cessazione della grave epidemia di peste, e di quello del 27 gennaio 1742, per la cessazione del terremoto che colpì la città.
L’Arciconfraternita ha la proprietà e cura l’amministrazione della chiesa dedicata alla Santa Patrona, dell’attiguo oratorio di S. Ranieri e del museo di S. Giulia, allestito nei locali del Sodalizio. L’Arciconfraternita è inoltre proprietaria di un piccolo cimitero, situato alla periferia nord di Livorno, in cui trovano sepoltura i confratelli defunti e i loro parenti più prossimi.
L'Arciconfraternita del SS. Sacramento e di S. Giulia è la più antica associazione di laici livornesi, già presente alla fine del XIII secolo nel villaggio che allora aveva nome Liburna.
Fin dalla fondazione il Sodalizio costituì il "prim'ordine" della popolazione livornese ed ebbe voce e suprema autorità nel governo del comune.
Scopo della Confraternita è rendere liturgico onore alla SS. Eucarestia e pubblica venerazione a Santa Giulia Patrona di Livorno, la cui festa si celebra il 22 maggio.
Secondo la tradizione, elaborata da una Passio risalente al VII secolo, Giulia era una fanciulla cartaginese che, divenuta schiava, fu venduta a un commerciante di nome Eusebio, il quale ne aveva apprezzato le doti e le virtù dell’animo. Giulia soleva pertanto accompagnare il padrone negli impegni di lavoro e proprio durante un viaggio in Corsica, per ragioni di commercio, fu rapita da un uomo perverso e violento. I seguaci di costui condussero a terra la fanciulla, cercando di indurla a ripudiare la fede cristiana; ma, dato che i loro sforzi si dimostrarono vani, dapprima la sottoposero a torture e flagellazione, quindi la crocifissero. Subito dopo la morte della giovane avvennero vari miracoli e i monaci della vicina isola di Gorgona, avvisati in sogno dagli angeli di questa straordinaria vicenda, trasportarono il corpo della martire sulla loro isola.
Santa Giulia (dipinto originale)Nel racconto della Passio si trovano mescolati elementi di verità con altri frutto della fantasia popolare. Alcuni documenti più aderenti alla realtà storica ci inducono a pensare che Giulia fu uccisa a Cartagine, vittima della persecuzione di Decio (250-251). Probabilmente, in quanto civis romana, Giulia non subì il supplizio della croce, condanna a quel tempo riservata a chi non possedeva tale status, ma verosimilmente venne decapitata o uccisa con la spada. Quando i Vandali invasero l’Africa (439), distrussero Cartagine e provocarono la fuga di molti cristiani, le spoglie di Giulia giunsero in Corsica e alcuni secoli dopo, probabilmente nel 762, vennero definitivamente traslate a Brescia per volontà della moglie e della figlia di Desiderio, re dei Longobardi. E’ ragionevole presumere che la nave con le spoglie, prima di giungere a Brescia, sia approdata proprio a Porto Pisano (Livorno), dove infatti si ha notizia della diffusione fin dal IX secolo del culto verso la giovane martire.
La festa di S. Giulia, patrona di Livorno, si celebra il 22 maggio, giorno in cui, secondo i martirologi, ne sarebbe avvenuto il martirio.