Nel 2000, anno in cui ne è stato celebrato il settimo centenario della fondazione, l’Arciconfraternita ha allestito nella propria sede un piccolo museo.
Dal 20 agosto 2008, ad un anno dalla scomparsa, il museo è stato intitolato a colui che lo ideò e costituì, Francesco Terreni, già governatore dell’Arciconfraternita. Il museo ha quindi assunto la denominazione di “Museo di Santa Giulia – Francesco Terreni”. La visita inizia al piano terreno, nell’attuale Sagrestia, e prosegue al primo piano nei locali della Sala Magistrale, ancora oggi utilizzata per le attività confraternali, e della Sala degli Arredi, un tempo riservata ai confratelli sagrestani per la custodia degli oggetti ad uso liturgico.
Quì sotto il particolare di un antico messale ivi custodito.
In questa sala, di riunione del Consiglio della Confraternita fin dai primi anni del XVIII secolo e ristrutturata in periodo postbellico, è stata allestita nell'anno 2000 la Mostra permanente storico-documentaria "I settecento anni dell'Arciconfraternita del SS.Sacramento e di S.Giulia e la storia del culto giuliano a Livorno".
In sette pannelli sono riportati documenti e fotografie che riassumono, a partire dal 762, anno della traslazione delle spoglie di S.Giulia dalla Corsica a Brescia, i principali avvenimenti che hanno segnato lo stretto rapporto, intercorso per secoli, tra la Confraternita e la popolazione di Livorno.
La Mostra ricorda il concorso dei Confratelli di S.Giulia al rinvenimento del quadro con l'immagine della Madonna di Montenero nel 1345, il loro impegno nella difesa del Castello livornese durante l'assedio dell'armata dell'imperatore Massimiliano nel 1496, il privilegio dato alla Confraternita della rappresentanza storica per l'adempimento, al Santuario di Montenero, dei voti deliberati nel 1564 e 1742 dalla Comunità di Livorno in occasione di calamità naturali. Nella mostra sono segnalate le chiese e gli Oratori che furono dedicati a S.Giulia nel territorio livornese.
Nella Sala sono esposte inoltre:
- le mazze del baldacchino recanti lo stemma in argento della Confraternita, dono di "Luvigi Gracci Capo Sagrestano e di Bartolomeo Toccafondi Sottocapo Sagrestano nell'anno 1800";
- la bandiera della Compagnia;
- lo Stendardo in panno rosso con lo stemma del Sodalizio;
- il Bozzetto dell'affresco "Trionfo dell'Eucarestia", di Giuseppe Maria Terreni (fine XVIII secolo) che adornava la volta della Cappella del SS.Sacramento in Duomo. L'affresco è andato perduto con la rovina di gran parte del Duomo a seguito degli eventi bellici.
In questa sala, riservata sino al 1980 ai Confratelli sagrestani per la custodia degli oggetti ad uso liturgico, sono conservati numerosissimi preziosi oggetti.
- una antica immagine di S. Giulia, databile alla prima metà del XIV secolo e recentemente restaurata. Si tratta di una tempera su tavola di cm. 165x110, raffigurante la giovane martire in piedi con veste celeste e manto rosso bordato di giallo. Nella mano destra tiene la palma e sul capo la corona, simboli del martirio. Ai lati della Santa, otto formelle, quattro per lato, rappresentano altrettanti episodi dell’offerta della sua vita alla fede cristiana, così come riportato dalla Passio. L’autore del quadro è di difficile individuazione, ma alcuni ritengono si possa ricercare fra i molti discepoli della scuola di Giotto.
- Vari paramenti liturgici, tra cui alcune pianete, borse, stole e manipoli, datati tra la prima metà del XVII sec. e la seconda metà del XIX sec.
- Alcuni arredi sacri, datati tra il XVI e il XIX secolo, tra cui crocifissi, calici, pissidi, vassoi, reliquiari, aspersori, navicelle, patene, candelieri, secchielli e molto altro.
- Un inginocchiatoio in legno, foderato di velluto rosso, preparato per l’occasione e utilizzato dal papa Pio IX nel momento della preghiera nell’oratorio dell’Arciconfraternita in occasione della visita a Livorno il 25 agosto 1857. In anni più recenti questo inginocchiatoio ha assunto per la Compagnia un valore ancora più alto: è stato infatti utilizzato durante la preghiera da Giovanni Paolo II nella sua visita a Livorno il 19 marzo 1982.
La Sagrestia custodisce:
- un paliotto in velluto su supporto ligneo, con ornamenti in argento dorato e cesellato, eseguito dall’orafo Antonio Leonardi nel 1682 e fatto restaurare dalle consorelle dell’Arciconfraternita nel 1828. Il campo interno, a sezione rettangolare, presenta tra due volute, lo stemma della Confraternita dal quale si dipartono due ampi girali formati da spighe di grano e tralci di uva. Il profilo è ornato da due cherubini che sorreggono un vaso con grappoli di uva e poggiano su un cespo di foglie di acanto;
- la riproduzione di un’iscrizione marmorea del 1716 con notizie sulla costituzione dell’Arciconfraternita (l’originale si trova attualmente murato sopra la porta della cappella annessa alla fattoria “La Torre” di Cenaia, vicino a Pisa);
- due teche in legno contenenti ex voto.
- paramenti liturgici risalenti ai secoli XVII, XVII, XIX.
Di seguito l'immagine del paliotto in velluto.